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Il palazzo
Il suo nome deriva da quello della committente, la duchessa Madama Margherita dei
Medici, quasi omonima della figlia naturale di Carlo V, che promosse il progetto
vignolesco del non lontano Palazzo Farnese e in omaggio alla quale Villa Madama
ha preso la sua denominazione.
Margherita de' Medici, moglie di Odoardo Farnese, abitò nel Palazzo Madama piacentino
per vent'anni, fino al 1679. Difficile intravedere oggi il fasto della sua residenza,
che successivamente - ricorda Mimma Berzolla Grandi - ospitò la dogana, gli uffici
della Finanza e il carcere (ultimato nel 1885).
La spoliazione degli arredi era cominciata già nel 1639, per volere di Ranuccio
II impegnato ad abbellire il Palazzo del Giardino a Parma, e ancora nel 1734, quando
Carlo III di Borbone, asceso al trono di Napoli, pensò bene di scegliere ciò che
di più bello e prezioso c'era nel suo ex ducato per trasferirlo al sud, nella sua
nuova dimora.
Del glorioso passato di Palazzo Madama restano disegni, stampe (un'incisione di
Pietro Perfetti del 1758 documenta ad esempio l'esistenza delle scuderie, nei cui
prospetti era riprodotto in piccolo il tema a pilastri e archi dell'edificio principale)
e descrizioni, compresi gli elenchi contenuti negli antichi inventari. Restano tracce
dell'eleganza della decorazione, che presentava anche il tipico motivo del giglio
farnesiano (leggibile sugli stipiti delle finestre al primo piano), alternato alle
palle medicee.
Oggetto di un ormai lungo cantiere di recupero, Palazzo Madama ospita oggi la Procura
della Repubblica.
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